Vitamina D: una pseudo-vitamina per una pseudo-malattia

Così titola Tim Spector, professore di epidemiologia genetica al King’s College di Londra, in un articolo che riassume le più recenti evidenze scientifiche riguardo al rischio di fratture, l’osteoporosi e l’integrazione di vitamina D e calcio.

Un ampio studio, pubblicato recentemente sul BMJ che ha osservato circa 500.000 individui tra cui 180.000 casi di frattura ossea, non ha trovato associazione tra bassi livelli di vitamina D e rischio di frattura.

Nel 2014, una metanalisi di 31 studi con supplementation di vitamina D non ha trovato efficacia per la prevenzione del rischio di frattura.

In una più recente metanalisi di 33 studi randomizzati su oltre 50.000 anziani, la supplementation di calcio o di vitamina D non ha avuto effetto sull’incidenza delle fratture.

C’è poca concordanza riguardo alla definizione di cosa sia il deficit di vitamina D. I parametri di riferimento sono arbitrari e senza consenso internazionale. i livelli “normali” possono variare da 50 a 80 nanomoli per litro di sangue, ma studi recenti suggeriscono che 30 nmol siano abbastanza.

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