Terapia convenzionale e terapia omeopatica possono coesistere nello stesso paziente?

Alcuni anni fa le Medicine non Convenzionali (Omeopatia, Agopuntura e MTC, Ayurveda, Fitoterapia, ecc) erano chiamate Medicine Complementari; ancora oggi l’OMS le definisce Medicine Complementari e Tradizionali (T&CM).

Il termine complementare descrive bene la funzione delle terapie convenzionali e di quelle non convenzionali, in quanto possono essere reciprocamente complementari, sia nella gestione delle malattie acute sia di quelle croniche.

Vediamo alcuni esempi.

Situazioni acute:

  • in caso di broncospasmo acuto è facile che il paziente o il genitore del piccolo paziente ricorra al broncodilatatore, da solo o in associazione con cortisonico, per ottenere una rapida diminuzione dei sintomi; se associamo una adeguata terapia omeopatica è facile osservare che il numero di somministrazioni o la quantità di farmaci si riduce più rapidamente rispetto a ciò che sarebbe necessario con la terapia farmacologica soltanto. Nella prosecuzione della gestione del caso è possibile che la sola terapia omeopatica risolva i sintomi successivi alla fase acuta.
  • Reazione allergica acuta. Se non si hanno a disposizione farmaci adeguati è bene recarsi immediatamente al più vicino presidio medico, ma nel tragitto, non avendo altro a disposizione, si può intanto somministrare in rapida successione Apis mellifica in potenza omeopatica. Spesso accade di vedere affievolire la reazione allergica prima di arrivare al presidio medico; ma se ciò non fosse accaduto, saremo intanto giunti rapidamente a destinazione pronti per ricevere la terapia farmacologica necessaria.
  • Terapia antibiotica. Se si agisce prontamente al primo insorgere dei sintomi (nelle prime 48 ore per la maggior parte delle condizioni cliniche), spesso si riesce ad osservare una rapida risposta alla terapia omeopatica e dopo 12-24 ore il quadro clinico può essere così migliorato da non richiedere la terapia antibiotica. Se in questi tempi rapidi non si osserva risposta adeguata alla terapia omeopatica si inizi la terapia antibiotica, ma non si sospenda quella omeopatica, oppure sia proseguita modificandola per quanto necessario. Mentre l’antibiotico procede nell’azzerare le presenze microbiche patogene, la terapia omeopatica continua a stimolare la capacità reattiva dell’organismo. Con una certa frequenza si osserva la tendenza a ricadute circa 15 giorni dopo il termine della sola terapia antibiotica, ma ciò molto difficilmente accade se è stata contemporaneamente assunta la terapia omeopatica, proprio in virtù della complementarietà d’azione.

Situazioni croniche:

  • Artriti, reumatoide, psoriasica ecc. In questi casi di solito il paziente giunge alla visita già in terapia farmacologica; la prospettiva è di una terapia cronica senza termine, con l’obiettivo di bloccare o rallentare l’evoluzione della malattia. Spesso l’uso dei farmaci è aumentato progressivamente nel caso di condizioni che persistono da più lungo tempo. La terapia omeopatica può ridurre progressivamente i sintomi comunque presenti e successivamente può permettere la riduzione dei farmaci, a volte anche sino alla completa sospensione.
    In tutte le situazioni in cui è presente una terapia farmacologica è bene lasciare al medico convenzionale la gestione della stessa, mentre il medico omeopata deve occuparsi solo della sua parte di competenza; ciò è dovuto per un atteggiamento di reciproco rispetto da parte dei terapeuti coinvolti e, molto importante, assicura al paziente una gestione competente e qualificata per entrambi gli approcci terapeutici coesistenti.
  • Un caso di pemfigo bolloso. Anni fa una anziana paziente afflitta da questa patologia, in cura farmacologica stabile da diversi anni, giunse alla mia osservazione. La terapia omeopatica fu iniziata mentre proseguiva la terapia farmacologica. La signora continuò a recarsi alle visite specialistiche periodiche e la terapia farmacologica fu progressivamente diminuita dal medico competente, sinché arrivò a sospendere completamente i farmaci. L’ultima volta che la vidi i sintomi erano completamente scomparsi da mesi e la terapia farmacologica sospesa da diverso tempo. La invitai a sottoporsi ad una ulteriore visita specialistica, al fine di investigare qualunque minimo segnale di malattia. Lo specialista confermò la perfetta guarigione. Guarigione, complementarietà e rispetto reciproco.

Molti sarebbero gli esempi da menzionare, ma spero che già queste brevi descrizioni siano riuscite a dare un’idea di come si possano gestire efficacemente, con rapidità e in sicurezza situazioni cliniche acute e croniche tramite l’utilizzo sensato e complementare di terapie e competenze.

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