Il medicinale omeopatico non è acqua fresca

La modalità di preparazione del medicinale omeopatico, per diluizioni progressive, in rapporto 1 a 10 o 1 a 100 (DH o CH), stimola in alcuni perplessità e in altri evidente scetticismo, tanto che questi concludono che oltre i 12 passaggi di diluizione 1 a 100 (12CH) rimane solo acqua, la ormai famosa “acqua fresca”, espressione con cui viene denigrata l’Omeopatia.

Analizziamo la questione per gradi.

  1. La preparazione non prevede solo diluizioni progressive, ma ad ogni passaggio la miscela o soluzione soluto/solvente riceve 40-100 succussioni, cioè il flacone viene sbattuto vigorosamente con un movimento verticale per 40-100 volte. Questo dettaglio non va trascurato, perché appare l’aspetto che fa la differenza. Alcuni fisici ritengono che la collisione delle molecole del soluto con quelle del solvente (acqua) produca la formazione di domini di coerenza, cioè cluster/aggregati di molecole di acqua con un orientamento non caotico, ma ordinato in modo coerente al segnale elettromagnetico delle molecole del soluto. La progressiva rimozione delle molecole della sostanza di partenza, sino alla loro scomparsa oltre la 12a diluizione centesimale, non rimuove la presenza dei domini di coerenza, che persistono nell’acqua e che si ritiene siano i contenitori dell’informazione attribuita al medicinale omeopatico.
  2. L’affermazione al punto 1 è corroborata da numerosa letteratura scientifica che, analizzando l’acqua con apparecchiature proprie della fisica, ha dimostrato in almeno 122 studi di alta qualità che l’acqua del medicinale omeopatico ha proprietà fisiche diverse dall’acqua fresca. (vedi Nota)
  3. Consideriamo inoltre che ricerche recenti sembrano documentare la persistenza di nanoparticelle del soluto anche oltre la 12a diluizione/dinamizzazione centesimale (12CH). Anche altre ipotesi sono state avanzate per spiegare le differenti caratteristiche fisiche dell’acqua del medicinale omeopatico rispetto alla semplice acqua.
  4. Le diluizioni/dinamizzazioni inferiori alla 12CH contengono ancora piccole quantità del soluto. In questo caso il meccanismo d’azione, oltre che ai domini di coerenza, può essere attribuito ad un fenomeno ben conosciuto nella chimica dei sistemi viventi: l’ormesi.

Nota: Physicochemical Investigations of Homeopathic Preparations

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